mercoledì 22 dicembre 2010

22 Dicembre 2010

Non ho mai tenuto un diario, forse perchè non mi piace parlare di me stessa e non ve ne parlerò neppure ora, a dire così posso sembrarvi presuntuosa, ma la verità è che non mi trovo così interessante, però posso dirvi cosa mi passa per la testa e i pensieri sono davvero tanti visto che ho un sacco di progetti nel cassetto, come il mio racconto o il mio sito di grafica se volete potete darci un'occhiata http://www.fabulatia.it/. Da un pò di tempo mi chiedo se siamo veramente padroni del nostro destino, per quanto mi riguarda è come se fossi su una barca e stessi remando contro corrente, remare si fa per dire.


 

Cesare Pavese Aforismi sul destino

  • Chi non si ferma adesso, subito, non si ferma mai più. Quello che fai, lo farai sempre. Devi rompere una volta il destino. Devi uscire di strada, e lasciarti affondare nel tempo...
  • Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. [...] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena. [...] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.
    Bacca. E che vuol dire che un destino non tradisce?
    Orfeo . Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. nessun dio può toccarlo.
  • Non è che accadano a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso – vale a dire, un destino.
  • Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.
  • Perché – quando si è sbagliato – si dice «un'altra volta saprò come fare», quando si dovrebbe dire «un'altra volta so già come farò»?
  • Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma e rinascere a un'altra. È accettare, accettare, se stesse e il destino.
  • Vorrei essere l'uomo più sozzo e più vile purché quello che ho fatto l'avessi voluto. Non subìto così. Non compiuto volendo far altro. Che cosa è ancora Edipo, che cosa siamo tutti quanti, se fin la voglia più segreta del tuo sangue è già esistita prima ancora che nascessi e tutto quanto era già detto?

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